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Considerazioni sul “docente esperto” e su altro

“Quali sono, a tuo avviso, le riforme più urgenti per la scuola italiana e come consiglieresti ai politici di attuarle?”

 

Nel Decreto Aiuti bis leggiamo di un meccanismo di “premiazione” dei docenti che proclama la creazione della figura del “docente esperto”, uno straordinario docente dotato di grandi capacità che sarà qualificato “esperto” alla fine di un percorso di tre corsi triennali di formazione ininterrotti con valutazione positiva. Questi docenti non potranno superare gli 8 mila (1% del totale) nel decennio, saranno ricompensati con un assegno annuale di 5650 euro all’anno, circa 400 euro in più rispetto ai colleghi “non esperti”. Non sono richiesti compiti particolari a questa nuova figura, sappiamo solo che dovrà trattenersi nella stessa scuola per almeno tre anni. L’istituzione del “docente esperto” è prevista a partire dall’a.s. 2023/2024, ma gli effetti economici decorreranno dall’a.s. 2032/2033.

 

Intenzionalmente non vogliamo esprimere giudizi particolari su questa novità, ci permettiamo solamente di definirla attraverso tre aggettivi: assurda, sfacciata e irrispettosa.

 

Vogliamo invece ricordare che siamo tornati con denominazione e presunte finalità differenti al concorso per merito distinto istituito nel 1958, abolito insieme alle note di qualifica nel 1974 dai Decreti Delegati. Per essere riconosciuto come merito richiedeva un "punteggio minimo" complessivo alto, 75/100e nelle prove d'esame una votazione non inferiore a 8/10. La retribuzione di ciascun insegnante progrediva sia attraverso "classi" stipendiali sia per "scatti biennali" del 2,50% all'interno di ciascuna "classe".Il concorso per merito distinto incideva sull'avanzamento nelle "classi", consentendo un'anticipazione dalla 2° alla 3° e dalla 3° alla 4°. Ma esisteva anche un altro sistema di "premi" e "punizioni", infatti sugli scatti biennali c'erail controllo del capo d'istituto che poteva, attraverso le note di qualifica, bloccare o anticipare gli scatti. Un "insufficiente" impediva lo scatto biennale, un"ottimo" ripetuto per 3 anni ne determinava l'anticipazione, precisamente entro la 2°, 3°, 4° classe di stipendio, e per non più di una volta in ciascuna di esse.

 

Dal 1974 ai giorni nostri quasi ogni governo ha tentato di rivedere i meccanismi di sviluppo della carriera degli insegnanti con tentativi legislativi che sono evaporati insieme ai ministri (Moratti, Gelmini, Giannini, Renzi, altri) con la caduta prematura di ciascuno dei loro governi.

 

Sono passati 64 anni, sono passati il 1968, il 1977 e centinaia di tentativi di miglioramento della scuola italiana, gli insegnanti dei decreti delegati sono tutti in pensione ma qualcosa è migliorato?

 

Perché in un paese democratico non si interrogano gli insegnanti per sapere, a loro giudizio, quali riforme migliorerebbero la qualità della scuola e del benessere degli insegnanti e degli studenti?

 

Vogliamo provare a farlo noi aprendo questo forum nel quale poniamo ai nostri lettori la seguente domanda:

“Quali sono, a tuo avviso, le riforme più urgenti per la scuola italiana e come consiglieresti ai politici di attuarle?

 

Commenti   

# Anja Barberi 2022-08-07 08:40
Trovo inaudita una disposizione del genere che va a svalutare la figura dell’insegnante titolare di materia. Invece di migliorare gli ambienti scolastici dotandoli di sicurezza, laboratori adeguati, collaborazione attiva, si pensa di innescare mala competizione che non farà altro che avversare i docenti.
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# Lisa Tarenzi 2022-08-06 15:03
Una vera vergogna!! 8000? E gli altri?
L'aumento dello stipendio sfumato.
Un modo per non aumentare lo stipendio a tutti. Esperti in che cosa? Solo la scuola di alta formazione lo sa? Egli altri: esclusione, non collaborazione, competizione.
La riforma più urgente: aggiustare tutto ciò che dal punto di vista materiale non funziona nelle scuola; ristruttare gli ambienti obsoeti con grandi spazi liberi e laboratori.
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