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7. Le tecniche di analisi: studio di caso, incident, debriefing

di Patrizia Appari

 

Tra le tecniche attive, oltre alle simulative, si annoverano le tecniche di analisi della situazione che si avvalgono di casi reali dai quali il soggetto impara conoscendo le situazioni attraverso le letture che descrivono le stesse.

In tali tecniche il coinvolgimento emotivo è meno evidente che nelle tecniche simulative perché il soggetto non è direttamente coinvolto.

 

Studio di caso

Lo studio di caso consiste nella descrizione dettagliata di una situazione reale, comune e frequente. Per il suo svolgimento vengono fornite le indicazioni fondamentali per affrontare una situazione complessa necessaria e utile per imparare il processo di analisi per la risoluzione di una situazione analoga e reale.

La descrizione del caso che definisce spazi e attori, di non più di due pagine, avviene in un arco di tempo ben definito e può essere accompagnata da documentazione varia (schemi, tabelle, ecc.) e da domande di riflessione e discussione.

Gli obiettivi che la tecnica si prefigge sono:

-     creare contesti di simulazione nei quali gli studenti mettano in gioco le conoscenze e le abilità acquisite al fine di essere in grado di prendere, all’occorrenza, decisioni corrette e sostenibili;

-     sviluppare negli allievi capacità analitiche per individuare problemi, affrontarli e risolverli.

Lo studio di caso si presenta anche come una tecnica di gruppo con tutte le caratteristiche appartenenti agli approcci cooperativi.

 

Esistono più tipologie che delimitano lo studio di caso.

  1. Il caso con situazione aperta che presenta alcuni dilemmi per i quali non esiste una risposta univoca, tratta di problemi complessi legati a scelte creative e adopera una narrazione lineare con momento di sospensione.
  2. Il caso con soluzione chiusa che presenta dei problemi per i quali esiste un’unica soluzione corretta e impiega una narrazione lineare.
  3. Il caso con testimonianze che presenta il problema con una consistente e ricca documentazione atta a creare un ampio spazio argomentativo.

La procedura per scrivere uno studio di caso è la seguente:

  1. Definire gli obiettivi di apprendimento e declinare le competenze che si intende far acquisire agli studenti.
  2. Definire lo scenario di riferimento:

Chi sono gli studenti ai quali verrà affidato il caso.

In quale momento del percorso formativo si userà il caso (inizio, fine, trattazione di un nucleo disciplinare essenziale).

Quanto tempo sarà dedicato al caso.

Come sarà valutato il processo e il prodotto finale dello studio di caso.

     3. Predisporre la narrazione del caso:

 

Identificare i personaggi.

Definire il contesto dello scenario narrativo.

     4. Predisporre la documentazione da allegare e le modalità e gli stumenti di valutazione.

 

La struttura dello studio di caso

Titolo dell’attività

Contenuto: estrapolato dal curricolo di istituto.

Obiettivi: estrapolati dal curricolo di istituto.

Conoscenze coinvolte: di termini, fatti, avvenimenti, regole, principi, teorie estrapolati dal curricolo di istituto.

Abilità coinvolte: di comprensione, analisi, sintesi, di valutazione, comunicative estrapolate dal curricolo di istituto.

Descrizione del caso:

-        Descrizione del contesto/scenario.

-        Definizione del problema.

-        Narrazione del caso vero e proprio.

-        Motivi che hanno portato all’analisi del caso proposto.

-        Descrizione delle soluzioni adottate.

Documentazione

Materiali funzionali al contesto presentato (video, immagini, linkografia, bibliografia, ecc.).

Valutazione:

-        Descrizione delle modalità di valutazione del processo e dei prodotti.

-        Strumenti di valutazione che verranno adoperati (da allegare).

-        Osservazioni rispetto agli obiettivi (il problema è stato risolto o no?).

-        Osservazioni rispetto agli atteggiamenti degli studenti.

-        Osservazioni rispetto agli aspetti tecnici.

-        Riflessione sugli aspetti metodologici.

 

Incident

L’incident è una variante della tecnica dei casi, anch’esso presenta agli studenti una breve descrizione del fatto di studio. Gli studenti, a lettura avvenuta, chiedono indicazioni ulteriori per la soluzione del problema, acquisiti tutti gli elementi necessari definiscono il problema e elencano le loro decisioni personali, le discutono in gruppo, cercano di pervenire ad un acccordo e tirano le conclusioni.

La differenza tra questa tecnica e lo studio di caso sta nel fatto che gli studenti devono scegliere i fattori decisivi piuttosto che selezionarli a partire dai dati. Questa tecnica supera la semplice presentazione degli avvenimenti, tipica della tecnica dei casi, e motiva gli studenti alla ricostruzione dei fatti.

L’incident si svolge secondo le seguenti fasi:

  • Analisi dell’incidente, in cui gli allievi analizzano la descrizione fornita dal docente: una situazione problematica rispetto alla quale è necessario decidere velocemente al fine della sua risoluzione.
  • Costruzione dei fatti, in cui gli alunni cercano di colmare le lacune dovute agli elementi mancanti nella narrazione volutamente tralasciati.
  • Individuazione del problema, in cui un membro del gruppo riassume i problemi principali del caso e li riduce a una frase o a una domanda, in tal modo il gruppo spiega gli aspetti organizzativi essenziali e il tipo di decisioni indispensabili.
  • Presa di decisione (decision-making), in cui ogni alunno propone una sua personale soluzione al problema per iscritto, dopo di che il gruppo viene diviso in due o più sottogruppi che rappresentano  punti di vista differenti,  ciascuno con un delegato che illustra la posizione del proprio gruppo e che difende la sua posizione con il gruppo, che in questo modo si dividerà in sottogruppi (a seconda della posizione e del leader seguito).
  • Apprendimento dal caso (lesson learned), in questa fase prende la parola il docente che accompagna gli studenti verso la soluzione unica del problema senza influenzare la scelta della stessa e facilitando al massimo gli scambi comunicativi all’interno del gruppo.

Debriefing

E’ una tecnica didattica che si applica alla fine di una attività di gruppo: il gruppo con la guida dell’insegnante riflette su ciò che è accaduto durante lo svolgimento dell’attività proposta. Tale tecnica ha lo scopo di verificare il raggiungimento degli obiettivi e le criticità del progetto intrapreso per rielabolarlo in maniera conscia e consapevole.

Debriefing è una parola inglese che deriva dalla pratica militare, letteralmente signiifca: “un incontro durante il quale si interroga qualcuno su una missione o un’impresa compiuta”.

Il debriefing è un momento di analisi e condivisione, discussione, confronto reciproco, ricerca di soluzioni alternative e di miglioramento.

I passi per realizzare un’attività di defriefing sono i seguenti:

  • Il gruppo che ha svolto un lavoro, realizzato un progetto viene posizionato in cerchio.
  • L’insegnante assume il ruolo di mediatore e guida la riflessione del gruppo attraverso domande mirate e nuovi spunti di dialogo e riflessione. Le domande devono analizzare tutti gli aspetti dell’esperienza: attività, compagni, singolo allievo, miglioramento.

L’insegnante per dimostrarsi un buon mediatore deve essere in grado di guidare la discussione in modo che tutti gli studenti partecipino senza nessuno escluso, rispettando i tempi e le caratteristiche di ciascuno, senza forzare sull’intervento ma pretendendo la concentrazione sulla discussione sino al termine della stessa. Deve saper stimolare la creatività, far emergere il percepito di ciascuno senza esprimere giudizi sulle risposte o sulle persone. Infine il mediatore non deve dare risposte bensì saper ascoltare e promuovere la partecipazione di tutti.

Esempi di domande che, si ricorda, devono analizzare tutti gli aspetti del progetto appena realizzato.

1. Attività

 Come è andato lo svolgimento del lavoro?

 E’ stata un’esperienza positiva o negativa?

 Si è tutto svolto come prevedevi?

 Che cosa è successo che non era stato previsto e perché?

 Le istruzioni sono state sufficientemente chiare?

 2. Compagni

Come è andata la relazione con i compagni?

 Li hai conosciuti meglio?

 Quali difficoltà avete superato insieme?

 Come le avete superate?

 Il gruppo ha funzionato?

 3. Singolo allievo

 Come pensi di esserti comportato nella relazione con i tuoi compagni?

 Ti è venuto in mente qualcosa di particolare durante lo svolgimento del compito?

  Hai avuto timori nella possibilità di svolgere il compito? Quali?

  Che cosa ti aspettavi? E’ accaduto quello che ti aspettavi?

  Avresti potuto fare altre o diverse cose?

  4. Miglioramento

  Che cosa ti ha insegnato questa esperienza?

  La relazione con i tuoi compagni è cambiata? Come?

  La prossima volta potresti fare di meglio? In che cosa? Come?

 

Esempi di debriefing

A. Raccogliere annotazioni. Alla fine dell’attività ogni partecipante scrive un diario dell’esperienza svolta in non più di venti minuti. L’obiettivo è quello di riflettere sul proprio vissuto comprese le emozioni e i pensieri. Al termine ciascun partecipante condivide ad alta voce nel gruppo le proprie riflessioni. La condivisione permette di non tralasciare alcuno degli aspetti dell’attività svolta e la scoperta di nuovi punti di vista.

B. Ricreare l’attività attraverso una rappresentazione. Si chiede al gruppo di concordare su quali sono stati gli aspetti saliente dello svolgimento dell’attività e di inscenare una breve rappresentazione nella quale con ironia e sarcasmo si ripercorrono alcuni episodi sdramattizandoli, facendo in modo che per ciascuno emergano in maniera divertente punti forti e deboli dell’esperienza appena conclusa.

C. Narrare l’esperienza attraverso immagini. Dividere il gruppo in sottogruppi e fornire il materiale necessario. Chiedere di rappresentare l’esperienza solo attraverso immagini, il risultato potrà essere un collage o qualche cosa di più creativo e elaborato secondo le capacità dei partecipanti ai sottogruppi.

 

 

 

 

 

Bibliografia:

Bassey, M., Case study in educational settings, Open University Press, Buchingam, Filadelfia, 2000

Flanagan JC., The critical incident technique, Psychological Bulletin 1954

Stake R., The art of case study research, Sage, London, 1995

https://www.docsity.com/it/caso-pedagogia-sperimentale/2219226/

https://www.apa.org/pubs/databases/psycinfo/cit-article.pdf

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